giovedì 10 ottobre 2013

televisione - RADIO BELVA - elogio alla caciara

un po' FUNARI
un po' GRILLO
il CRUCIANI che ieri sera ha portato LA ZANZARA su rete4

vittima di una regia poco attenta
mandata in confusione dal casino programmato in scaletta
ha dovuto chiamare spesso a sé la telecamera
per documentare dettagli trash/cult che altrimenti sarebbero andati sprecati.
ha fatto il punto sulle miserie della politica italiana
con la classifica delle cinque notizie più significative della settimana
regalando il podio ai fagiolini d'oro della pascale.
la chiave sottilmente satirica e l'ossessione di fermare gli applausi
suonano come un richiamo fin troppo vivido ai fasti pur irraggiungibili di TE LA DO IO L'AMERICA!

in un binario così disegnato
si muove il carrozzone di
colorato di un kitch curato nei particolari,
esagerato e rumoroso,
cigolante sotto il peso di un numero spropositato di ospiti,
così ansioso di allontanarsi dall'etichetta del talk-show in cui non vuole riconoscersi
tanto da sbranarne il contenuto.
il razzismo
che avrebbe dovuto fare da filo conduttore della serata
nulla ha potuto contro la metodica ricerca del cazzeggio di cui CRUCIANI e PARENZO sono sovrani incontrastati.

della ZANZARA c'è tutto.
il linguaggio sbragato,
il pressapochismo,
il rincoglionimento dell'ospite
strumento prezioso che fa abbassare la difesa
e tira fuori la notizia che
con un po' di fortuna
farà il titolo del giorno dopo.
manca invece una spontaneità
seppure di facciata
che in video lascia il posto ad un ammiccamento alla telecamera,
fastidioso ma non stonato in PARENZO
e invece urticante e indigesto nel padrone di casa.

la vera forza della trasmissione
è lo sdoganamento della baracca,
l'elogio dell'arte di buttarla in caciara.
chi muove a RADIO BELVA la critica di un programma che si fa pollaio
troppo urlato, troppo volgare
sbaglia la premessa da cui parte.
la caciara è il fine ultimo dichiarato in anticipo
al contrario di tutti gli altri esperimenti di confronto televisivo
divulgativi, persino educativi, sulla carta
ma subdolamente orchestrati per l'esplosione in diretta.
in RADIO BELVA
l'esplosione è una dichiarazione di intenti
che parte dalla lista degli ospiti:
l'immensa MARIA GIOVANNA MAGLIE,
il moderato BORGHEZIO,
il democratico ROBERTO FIORE, con rappresentanza di FORZA NUOVA al seguito,
un drappello di illuminati di ALBA DORATA, invitati e lasciati al palo fino a loro dipartita,
la sfavillante CICCIOLINA,
la sottoutilizzata ALBA PARIETTI,
la vecchia sproloquiante di montecitorio, ANNARELLA,
un redivivo EMILIO FEDE, confinato in esterna,
e un PAOLO VILLAGGIO caricato a pallettoni
vero punto di riferimento della serata
paradossale e debordante come non era da tempo.
ci si appresta a godere di una tale sapiente miscela di mine sotterrate neanche troppo bene
fino a che, a metà puntata, l'inquadratura a tradimento di VITTORIO SGARBI
pensieroso e distratto
in attesa di essere innescato
fa crollare la stima accordata al bombarolo!

il dibattito
cadenzato da una raffica di domande a cui non si lascia il tempo di rispondere
è interrotto da servizi che non aggiungono molto.
notevole l'inchiesta vis-a-vis che alla domanda: LEI È ETEROSESSUALE? non registra nessuna risposta affermativa, svelando una insospettabile riserva gay in terra salentina!
trascurabili tutti gli altri.

le luci si spengono dopo tre ore di caos voluto ma impegnativo da gestire
sovraccarico di contributi smozzicati concessi a chi è stato messo lì per fare numero e che punta i piedi per reclamare il suo spazio.
il sondaggista di cui non si sentiva alcun bisogno,
il battitore d'asta con toupet in fibra di nylon,
l'attore di strada, protagonista di SACRO GRA,
che dichiara la propria bisessualità senza che nessuno volesse saperlo,
finiscono solo per togliere spazio a chi andrebbe valorizzato
e invece sprofonda in poltrona senza neanche un gin tonic!

due ore
meno gente
zero sgarbi
e l'ELOGIO  ALLA CACIARA sarebbe perfetto!